Avventure nel mondo – Marrakech Express

Meta’ ottobre, la mia ben nota ansia da pianificazione e il panico da “cosa faccio per le vacanze di Natale ora che le mie amiche sono tutte fidanzate”: questo e’ bastato per convicere l’unica non ancora accasata e prenotare in men che non si dica un viaggio con Avventure nel Mondo in Marocco.


Recensioni entusiaste da parte di amiche che gia’ avevano provato questa formula, ma tanti dubbi da parte di tutti, la mia compare in primis: “dovevamo organizzare da sole”, “il ritmo sara’ troppo serrato e non vedremo nulla con calma”, “non andremo d’accordo con il gruppo” (versione soft di ben piu accesi commenti), “tu sclererai al terzo giorno e manderai al diavolo tutti”…ed ammetto che ad un giorno dalla partenza lo scetticismo nei confronti della vacanza regnava sovrano.
 
Ma eccoci qui, dopo una sola settimana che vale pero’ come un anno, di ritorno da un viaggio surreale, da mille e una notte e con un mood talmente zen che per una volta mi sento decisamente meno sarcastica e piu’ poetica del solito. 

 
Avventure nel mondo – Marrakech Express
Soprattutto in questo post non ci sara’ nessuna recensione su ristoranti, locali, mostre, musei..nessun resoconto mondano..perche’ il Marocco e’ molto piu’ di questo e ti colpisce in tante piccole altre esperienze che lasciano un segno molto piu’ marcato di quanto ci si possa aspettare:
 
– camminare tra le mille vie della Medina delle citta’ imperiali, tra botteghe medievali e venditori ambulanti, e sentirsi catapultati a migliaia di anni luce dalla realta’ quotidiana fatta di pc, tablet, videoconferenze e ritmi frenetici da multinazionale

– guardare fuori dal finestrino durante ore e ore di pulmino e ignorare il mal d’auto che ti annienta solitamente da tempi immemori, restando invece senza parole davanti al susseguirsi di canyon, deserti, paesini, gole, montagne che popolano il paesaggio circostante
 
– finire a mangiare un kebab al volo (chiaramente la mia variante personale erano gallette di mais..ma non serve nemmeno specificarlo) ai lati della strada ed apprezzare questo pic nic improvvisato cento volte di piu’ di una qualsiasi merenda parigina alla Durée 
 
– docciarsi con acqua gelida (tonificante, questo senza dubbio) senza battere ciglio  e farsi la piega con il cappello in testa per evitare l’effetto nido di paglia (e per chi conosce la mia dipendenza dal parrucchiere questo e’ un punto davvero cruciale)
 
– arrendersi al freddo gelo nelle stanze senza riscaldamento e dormire con tre maglioni e il sovra citato cappello in testa sotto strati e strati di coperte per cammelli che se arrivano i Ris e le passano al Luminol scappano pure loro. (Il sacco lenzuolo, poi, questo sconosciuto. Nel trade off tra fatica di infilarcisi dentro e rischiare l’attacco di claustrofobia e rischio di tete a tete con organismi viventi non ben identificati e’ risultata vincente l’ultima opzione)
 
– abbandonare qualsiasi velleita’ fashion in favore dell’istinto di sopravvivenza anti-gelo e indossare pantaloni termici altezza ascellare sotto ai jeans (incurante perfino dell’aumento di circonferenza coscia di minimo minimo 1cm) oltre a una media di due strati di maglioni. Piu maglia termica. Piu sciarpa. Piu cappello, ovviamente.
(il tutto pero’ sempre in varianti coloriali coordinate: va bene anti-stupro ma ho pur sempre una nomea da difendere..e che fai, non te lo porti per un viaggio in cui cambi hotel ogni giorno lo stesso modello di maglione/stivali/cappello/sciarpa sia in blu che marrone che nero?!?)
 
– attraversare il deserto in sella a un dromedario e ritrovarsi con un sorriso ebete ad osservare il paesaggio mozzafiato che si stende a 360 gradi intorno a te, pensando solo al motto “chepacecheenergia” e dimenticando perfino di fare sufficienti foto
 
– trascorrere nel suddetto deserto una notte che si puo’ ascrivere contemporaneamente alle piu’ spettacolari e traumatiche della tua vita ( vedi rispettivamente momento visione stelle distesa su una duna in mezzo al nulla, buio pesto, silenzio totale e stellata megagalattica sopra di te e momento rischio cancrena all’interno del sacco a pelo nel tentativo, assolutamente vano, di dormire raggomitolata cosi tanto che a confronto al cirque de soleil sono contorsionisti principianti)
 
– perdersi tra i souk di Marrakech con l’equivalente di 40€ in tasca e riuscire a dilungarsi in contrattazioni tanto esilaranti quanti estenuanti per la bellezza di 5 ore. Il tutto per un impagabile bottino fatto di piatti, cammelli in legno, pesta pepe e chicchi miracolosi di eucalipto
 
– entrare in un hamman per un pomeriggio rigenerante e sbellicarsi dalle risate mentre a turno si viene denudati e scuoiati vivi dalla versione locale di moira orfei durante quello che avrebbe dovuto essere un rilassante ” gommage”. E tuttavia non rimpiagere minimamente le decisamente piu zen spa di Bali.
 
– chiacchierare finalmente a voce (e si, lo apprezzo anch’io non poco, nonostante l’evidente dipendenza personale dai social network) con persone interessantissime, scambiarsi esperienze e opinioni per ore e ore senza annoiarsi per nemmeno un minuto.
 
Ecco, questo e molto altro e’ il Marocco.
E in particolare il Marocco visto con Avventure nel Mondo.
 
Niente piu’ pensieri e ansie organizzative, niente piu’ liste (si’, lo so, quella appena terminata effettivamente non puo’ chiamarsi altro che lista ma in questo caso era doverosa per frenare l’inevitabile stream of consciousness che altrimenti sarebbe partito), niente piu’ complicazioni, nessuna voglia di polemizzare (alla faccia di tutti i pronostici negativi che erano stati fatti sulla sottoscritta) e la sensazione di essere tornata quindicenne liceale in gita scolastica.
 
Ora resta solo da superare la “sindrome valtur” che si e’ impossessata di me e rientrare nella mentalita’ manager trentenne entro le prossime 6 ore.
 
Fine della gita. Si torna al tacco 15.
 

Avventure nel mondo - Marrakech Express
Avventure nel mondo – Marrakech Express
 

Avventure nel mondo - Marrakech Express
Avventure nel mondo – Marrakech Express


Viaggio “Marrakech Express”
Avventure nel Mondo
Www.viaggieavventurenelmondo.it
L’itinerario di massima e’ il seguente, ma la formula “autogestione” vige sovrana e ogni gruppo decide autonomamente il proprio giro:
1.Casablanca-Meknes
2. Meknes – Volubilis – Moulai Idriss – Fez
3. Fez – Gole dello Ziz
4. Gole – Racchidia- Deserto Merzouga
5. Deserto – Gole di Todra – Ait Ben Addou
6. Ouzarzate – Marrakech
7. Marrakech – Casablanca